Nel cuore di Gonnosfanadiga, tra le colline e i paesaggi della Marmilla, si nascondono testimonianze antichissime che raccontano la storia delle prime comunità sarde. Abbiamo avuto il piacere di intervistare Claudio Porta, archeologo locale, per scoprire i segreti delle Domus de Janas, le misteriose tombe preistoriche scavate nella roccia, simbolo di un legame profondo tra passato e presente.
La storia delle Domus de Janas di Gonnosfanadiga
Le Domus de Janas, disseminate nelle campagne intorno a Gonnosfanadiga, risalgono al Neolitico recente e rappresentano una delle tracce più antiche della presenza umana nel territorio. Situate in località come Moletza, Cuccuru Nuracci e Cadumbo, queste strutture funerarie erano luoghi di sepoltura comunitaria, utilizzate per generazioni e successivamente riadattate a nuovi scopi.
Claudio Porta ci racconta come, durante la Seconda Guerra Mondiale, molte Domus furono riutilizzate come rifugi antiaerei, testimoniando una continuità d’uso che va ben oltre la loro funzione originaria. “Le porte d’ingresso, che in passato erano piccole, furono ampliate per consentire l’accesso durante i bombardamenti”, spiega l’archeologo.
Un patrimonio da proteggere
Gonnosfanadiga conserva circa una dozzina di Domus de Janas, molte delle quali situate nei pressi della chiesa di Santa Barbara. Queste tombe, scavate in arenaria scistosa, si mimetizzano perfettamente nel paesaggio, rendendo difficile la loro individuazione per chi non conosce il territorio.
Tuttavia, Claudio Porta sottolinea la necessità di una maggiore tutela e valorizzazione: “Molte di queste aree si trovano in uno stato di abbandono, e l’assenza di progetti di gestione e visite guidate ne rende difficile la fruizione pubblica.”
Un patrimonio archeologico diffuso
Oltre alle Domus de Janas, il territorio di Gonnosfanadiga ospita nuraghi, tombe e villaggi antichi. Tra i siti più rilevanti si trova Su Gutturu, dove sono stati identificati resti di un villaggio nuragico e tracce di epoche fenicie, puniche e romane.
“Questa continuità di occupazione dimostra l’importanza del territorio nel corso dei millenni”, afferma Porta. Tuttavia, la mancanza di consapevolezza e la presenza di terreni privati rendono difficile la conservazione di questi siti, spesso oggetto di interventi agricoli non consapevoli del loro valore storico.
Il futuro delle Domus de Janas
Nonostante le difficoltà, l’archeologo si dice fiducioso nel potenziale di valorizzazione di questo patrimonio. “Gonnosfanadiga ha molto da offrire, e con il giusto impegno e sensibilizzazione, potremmo trasformare queste antiche testimonianze in una risorsa culturale e turistica di grande rilevanza.”
Un’esperienza da vivere
Se vi trovate a Gonnosfanadiga, non perdete l’occasione di visitare queste antiche tombe scavate nella roccia e di immergervi in un viaggio che vi porterà indietro nel tempo, fino alle radici più profonde della civiltà sarda.